Questa
intervista nasce per iniziativa di Michela Alessandroni, titolare
della casa editrice digitale Flower-Ed di Roma, specializzata nella
pubblicazione di volumi di narrativa e saggistica in formato E-book.
Dopo aver acquistato alcuni libri tramite il sito della casa, ho
preso contatto con
la gentilissima Michela, la quale, conosciuto l'operato del nostro
Gruppo di Studio, si è subito prodigata per intercedere presso
Achille Ragazzoni, che per la Flower-Ed ha curato la pubblicazione de
“I Doveri dell'Uomo” di Giuseppe Mazzini, affinché ci concedesse
l'onore di un'intervista. Inutile specificare che stiamo parlando di
uno dei più
instancabili divulgatori della
storia e
degli
ideali del
Risorgimento italiano. E c'è da aggiungere che questa sua intervista
per l'AVSER, s'iscrive nel solco di una collaborazione di vecchia
data, risalente ai tempi del fu Centro di Studi Atesini diretto dal
nostro fondatore Ferruccio Bravi. Ragazzoni fu socio onorario del
Centro, oltreché una delle migliori penne al servizio della causa
italiana nella difficile cornice dell'Alto-Adige. Vale la pena
ricordare alcune pubblicazioni portanti la sua firma edite dal
Centro:
-
“P.Fortunato Calvi, l'eroe del Cadore.”
-
“Garibaldi nostro: la campagna del Tirolo ( Zancani e altre camicie
rosse atesine)”
-
“1866 a più voci: la terza guerra d'Indipendenza sul fronte
trentino”
-
“Un garibaldino dimenticato: Camillo Zancani da Egna (1820 –
1888)”
Dopo
il recente articolo pubblicato per l'anniversario di nascita di
Garibaldi, torna
oggi sulle
pagine del nostro sito con
un'intervista incentrata sulla figura di Mazzini. Figura
quanto mai scomoda al giorno d'oggi; perché scomoda è la sua
sbalorditiva attualità. Diverse sono le pagine ne “I Doveri
dell'Uomo” in cui si prefigura con limpidezza cristallina l'avvento
della società odierna, in cui l'economia – o meglio la finanza –
detta legge, mentre la società civile sprofonda nel più bieco
materialismo, che imperversa tanto in alto quanto
in basso, generando nuove e mostruose forme di dominio tirannico e
subdole schiavitù. Ma altrettanto più scomoda è
la sua inattuale spiritualità, distante anni luce dai giorni nostri.
Mazzini è l'apostolo di una fede tanto forte da non conoscere
ostacoli o restrizioni, capace di portare al martirio. Tutto
l'opposto dell'imperante “morale” del tiramo
a campà.
Ed è proprio questo suo messaggio d'intransigenza mistica ad esser
quanto mai necessario nell'attuale smarrimento del popolo italiano.
Affinché possa svilupparsi un sincero ed autentico moto
rivoluzionario, bisogna esser capaci di superare sé stessi e le
proprie bassezze, per raggiungere una diversa visione delle cose.
Riscoprire allora l'importanza dei Doveri, di contro all'imperante
frastuono dei Diritti; il valore supremo del Sacrificio alla causa;
la difficoltà della Partecipazione; il sentimento radicato e forte
d'appartenenza ad una Comunità.
Di
questo e d'altro abbiamo parlato col nostro intervistato, che ha
ribadito una volta di più la necessità di riprendere in mano i
testi mazziniani, per riscoprirne l'importanza alla luce fioca della
nostra contemporaneità.
Sandro
Righini
1
- Partirei con una domanda d'attualità, ma che ritengo
chiami direttamente in causa il pensiero mazziniano. E' fatto recente
l'approvazione del controverso d.d.l. Cirinnà. Al di
là delle considerazioni particolari su questo decreto, non è lecito
vedervi un ulteriore e progressivo attacco a quella che Mazzini
chiama "la Patria del cuore", ovvero la Famiglia?
In
effetti la domanda è più che pertinente in quanto Mazzini è stato
uno dei maggiori teorici della cosiddetta "famiglia
tradizionale". La famiglia viene definita, proprio nei "Doveri",
concetto di Dio che non può essere soppresso da potenza umana e
superiore addirittura - detto da Mazzini! - alla Patria. Esorta anche
ad amare i figli mandati dalla Provvidenza.... Il decreto Cirinnà,
nelle primitive intenzioni era un attacco deliberato alla famiglia.
Da un punto di vista puramente giuridico sono d'accordo che ci sia
una regolamentazione delle unioni civili: un sindaco sposato non può
affidare (ed è giusto che sia così) lavori alla propria moglie
architetto (è il caso del Comune di cui sono uno degli
amministratori), mentre se fosse omosessuale potrebbe affidare al
proprio amico, senza violare la legge, qualsiasi tipo di incarico.
Una legge seria sulle unioni civili lo impedirebbe... Le unioni
civili, comunque, NON sono un matrimonio....
2
- Credo non sia un azzardo dire che quasi tutto quello su cui Mazzini
ci aveva messo in guardia ne "I Doveri dell'uomo" si sia
piano piano avverato. Un lento erodersi dei tre pilastri su cui
l'apostolo repubblicano aveva fondato pensiero ed operato: Dio,
Patria e Famiglia. E quale agente erosivo, oggi più che mai, i
famigerati e sbandierati Diritti. Ci spieghi meglio perché Mazzini
li riteneva tanto pericolosi, soprattutto per quelle fasce di
popolazione meno istruite e povere?
Mazzini
diede come titolo alla propria opera principale "I Doveri
dell'Uomo", proprio in opposizione alla religione dei "Diritti
dell'Uomo" sorta con la Rivoluzione Francese. Questa "religione"
è pericolosa per tutte le fasce sociali, non solo quelle cui lei fa
riferimento. A forza di sbandierare i proprio diritti individuali si
finisce col dimenticare i diritti della comunità cui si appartiene
(la Patria) e si finisce col giustificare tutto, anche le cose più
abiette. Ho, per esempio, diritto a salvare la mia sporca vita e
allora in battaglia ho diritto di disertare. Spesso la religione dei
diritti è associata a quella della libertà (male intesa, però) che
si trasforma nella libertà di ammazzare il proprio simile
impunemente in nome del Dio Denaro. Le fasce di popolazione che hanno
meno istruzione e meno denaro alla fine soccombono e si vede che chi
gli ha promesso più diritti, in realtà gliene ha sottratto di
fondamentali... Ci vuole un certo equilibrio. Nei "Pensieri
sulla democrazia in Europa", Mazzini rilevava che "... la
dottrina dei diritti individuali non è nella sua essenza che una
grande e sacra protesta in favore della libertà umana contro ogni
tirannide che la conculchi. Il suo valore è meramente negativo.
Forte a distruggere, essa è impotente a fondare. Può rompere
catene, non comporre vincoli di lavoro concorde e d'amore. (....).
Senza la religione del Dovere, ogni grande trasformazione sociale è
impossibile.”
3
- Mazzini parla di "religione del Dovere" giacché Dio,
come spiega ampiamente ne "I Doveri dell'uomo", ne è la
fonte primigenia. Da dove trae origine questa visione religiosa del
Dovere in Mazzini?
Mazzini
era uno spirito profondamente religioso, considerava l'ateismo
sinonimo di disperazione. Ad una pubblicazione di cosiddetti "liberi
pensatori", che gli chiedeva una collaborazione nel 1864,
rispose. "Voi negate Dio, negate la Religione, negate la
Tradizione dell'Umanità. Come potete chiedermi di collaborare alla
vostra pubblicazione?". L'ateismo è inconciliabile col pensiero
mazziniano, così come il federalismo. In "Fede e Avvenire",
del 1835, sono assai bene spiegati i fondamenti religiosi del
pensiero mazziniano. La sua elevata spiritualità ha fatto paura, per
motivi diversi, sia ai bigotti che agli atei, per questo il
repubblicano storico Napoleone Colajanni scriverà il sapido pamphlet
"Preti e socialisti contro Mazzini".
4
- Quanto vi è di Romano – in
senso spirituale - e
quanto di Cristiano nella concezione religiosa del pensatore
genovese?
Per
rispondere a questa domanda si potrebbe scrivere un intero volume...
Da una parte Mazzini è stato uno dei profeti della "Terza Roma"
e portò avanti l'idea-forza di Roma, dall'altra egli accettò i
principi spiritualistici del Cristianesimo, pur ritenendo che esso
fosse, in una certa misura, incompiuto. Riteneva positivo il
Cristianesimo come religione dell'amore, della carità e del
sacrificio, ma penso non riconoscesse il Cristo come Verbo incarnato.
Se uno legge bene i suoi scritti, vede che è più critico nei
confronti del Protestantesimo che non del Cattolicesimo.
5
- Da una parte c'è questo continuo richiamo alla spiritualità
civile, unito al costante monito a non considerare la Terra come una
valle di lacrime, ma come un "trampolino verso il cielo".
Dall'altra l'idea del progresso quale motore della storia, con
relativa visione escatologica di un'Umanità totalmente affratellata.
Possiamo dire che nell'elaborazione di questa filosofia
politico-spirituale di Mazzini ebbe giocò la sua adesione alla
Carboneria? Cosa sappiamo della sua permanenza in questa misteriosa
società segreta, che ebbe un ruolo di prim'ordine al sorgere del
nostro Risorgimento?
La
Carboneria - sovente confusa con la Massoneria pur essendo una realtà
del tutto diversa soprattutto come impianto ideologico - non
esplicava solo un'azione politica, ma divulgava tra i suoi aderenti
anche insegnamenti sapienzali. Certo, una società segreta non lascia
verbali delle riunioni, è chiaro. Mazzini rimase però poco nella
Carboneria e ne rimase molto deluso (il suo primo arresto avvenne
proprio perché
uno dei dirigenti della Carboneria era un infiltrato della
polizia...), anche se per forza qualche segno sulla sua formazione lo
ha lasciato. Non ne esagererei, però, l'importanza. Quando Mazzini
parla di protostoria italica ho notato che possiede un retroterra
culturale-spirituale simile a quello di molti esponenti del
cosiddetto "Movimento Tradizionalista Romano" del
Novecento. Sulla scorta degli studi del prof. Cleto Carbonara (che
mazziniano non fu mai, pur avendo fondato a Napoli un centro di studi
mazziniani!) ritengo, però, che i pilastri culturali e spirituali di
Mazzini siano il neoplatonismo ed un cristianesimo particolare che si
distacca notevolmente da quello professato dalle chiese oggi
esistenti.
6
- Il fulcro del pensiero mazziniano risulta molto scomodo al giorno
d'oggi. Parla di supremo sacrificio, di esilio, di prigionia, di
martirio, di Patria. Tutti termini che risuonano alle nostre orecchie
come echi retorici di un passato remoto. Eppure, di contro agli
sterili vagiti dei demagoghi di turno o dei ribelli del sabato sera,
quello di Mazzini è un pensiero che potremmo definire veramente
rivoluzionario, teso a coinvolgere l'uomo a 360 gradi. Ma forse è
proprio per questa sua intransigenza, questa sua fede indomita, il
motivo per cui è stato posto nel dimenticatoio?
E'
proprio per questa sua concezione profondamente religiosa
dell'esistenza, per questo suo tentativo di voler migliorare prima di
tutto l'individuo che Mazzini è così inattuale, anche se per me,
invece, è così attuale poiché ogni rivoluzione è destinata a
fallire se prima l'individuo non depura se stesso. Ho trovato molte
analogie (spirituali, non dico politiche) tra il pensiero di Mazzini
e quello di Codreanu, il fondatore del Movimento Legionario in
Romania, che forse non conobbe direttamente l'opera mazziniana.
Ebbene, anche per lui, la lotta politica era destinata a fallire se
non si fosse agito prima di tutto in tal senso. Questa concezione
religiosa della lotta politica poté portare alcuni mazziniani tra i
meno illuminati a posizioni settarie od esclusiviste, ma fu proprio
essa a dare alla maggioranza dei militanti mazziniani la capacità di
soffrire fino al punto di riuscire ad affrontare galera, patibolo o
plotone d'esecuzione con il sorriso sulle labbra.
7
- Il pensiero di Mazzini può risultare ostico ai più, soprattutto
alle persone meno istruite. Eppure c'è stato un tempo in cui anche
tra le masse popolari il verbo repubblicano riuscì a far presa.
Soprattutto in alcune regioni d'Italia, dove teneva testa e
contrastava lo strapotere socialista. Ne parla lei stesso nella sua
introduzione a "I Doveri dell'Uomo" - ripubblicati in
formato E-book dalle edizioni Flower-Ed - quando racconta di aver
visitato case di militanti repubblicani nella focosa Romagna dove
ancora venivano custodite con la massima cura le opere complete di
Mazzini. Le domando: secondo lei qual'è stata l'origine e la causa
di questo repentino tracollo, che ha portato negli anni il Partito
Repubblicano a valere poco o niente nello scacchiere politico
nazionale?
Vi
è da dire che il PRI, nel quale io stesso ho convintamente militato,
era solo in parte mazziniano e solo in parte si rifaceva al
repubblicanesimo "storico". Soprattutto nel secondo
dopoguerra i mazziniani erano una minoranza all'interno del partito.
Un travaso di gente proveniente dal Partito d'Azione, di eredi del
vecchio movimento radicale (quello di Cavallotti per intenderci), di
tecnocrati privi di anima, divenne maggioranza nel partito, lo
cannibalizzò fino a farlo sostanzialmente sparire. Non ci si poteva
più riconoscere. Spesso la base romagnola veniva presa in giro da
questi tecnocrati, i quali non riuscivano neppure a capire quel
patrimonio di tradizioni, considerate alla stregua di puro folclore,
che essa portava con sé.
8
- Vi è oggi la possibilità di una rinascita del pensiero e
dell'azione politica d'ispirazione mazziniana in questa nostra
Italia?
Sono
molto pessimista a riguardo. Sicuramente non nell'immediato. Bisogna
iniziare proprio dall'ABC, diffondendo soprattutto i mazziniani
"Doveri". In questa società ove si irride alla Patria,
dove il concetto di famiglia è stato mostruosamente invertito, dove
i più immondi demagoghi portano avanti solo i discorsi dei "diritti"
ed i "doveri" non esistono più, c'è da rimboccarsi le
maniche e bisogna proprio iniziare da zero. O, forse, da
sottozero....
9)
Ultima domanda: vista la recente uscita della Gran Bretagna
dall'Unione Europea e le inevitabili conseguenze politiche che essa
creerà sugli scacchieri politici internazionali, le domandiamo
qual'era la visione che Mazzini aveva dell'Europa? Ne "I Doveri
dell'Uomo" viene fatto un accenno ad una futura unità dei
popoli europei, ma con quali sostanziali differenze rispetto
all'attuale?
Mazzini
in diversi suoi scritti parlò proprio di Stati Uniti d'Europa,
esplicitamente. Egli vedeva un'unita morale, spirituale e anche
politica dell'Europa, lasciando però ad ogni singolo Stato la piena
autonomia nei problemi interni, tutto il contrario de "Ce lo
chiede l'Europa" con cui i politici inetti e infingardi
vorrebbero farci digerire le più odiose ed impopolari misure. A
vedere cosa è l'Europa "unita" (unita per niente, in
realtà) di oggi, penso che Giuseppe Mazzini si stia rivoltando là
nel sepolcro di Staglieno!
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