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sabato 9 luglio 2016

I DOVERI DELL'UOMO. Intervista ad Achille Ragazzoni

Questa intervista nasce per iniziativa di Michela Alessandroni, titolare della casa editrice digitale Flower-Ed di Roma, specializzata nella pubblicazione di volumi di narrativa e saggistica in formato E-book. Dopo aver acquistato alcuni libri tramite il sito della casa, ho preso contatto con la gentilissima Michela, la quale, conosciuto l'operato del nostro Gruppo di Studio, si è subito prodigata per intercedere presso Achille Ragazzoni, che per la Flower-Ed ha curato la pubblicazione de “I Doveri dell'Uomo” di Giuseppe Mazzini, affinché ci concedesse l'onore di un'intervista. Inutile specificare che stiamo parlando di uno dei più instancabili divulgatori della storia e degli ideali del Risorgimento italiano. E c'è da aggiungere che questa sua intervista per l'AVSER, s'iscrive nel solco di una collaborazione di vecchia data, risalente ai tempi del fu Centro di Studi Atesini diretto dal nostro fondatore Ferruccio Bravi. Ragazzoni fu socio onorario del Centro, oltreché una delle migliori penne al servizio della causa italiana nella difficile cornice dell'Alto-Adige. Vale la pena ricordare alcune pubblicazioni portanti la sua firma edite dal Centro:

- “P.Fortunato Calvi, l'eroe del Cadore.”
- “Garibaldi nostro: la campagna del Tirolo ( Zancani e altre camicie rosse atesine)”
- “1866 a più voci: la terza guerra d'Indipendenza sul fronte trentino”
- “Un garibaldino dimenticato: Camillo Zancani da Egna (1820 – 1888)”

Dopo il recente articolo pubblicato per l'anniversario di nascita di Garibaldi, torna oggi sulle pagine del nostro sito con un'intervista incentrata sulla figura di Mazzini. Figura quanto mai scomoda al giorno d'oggi; perché scomoda è la sua sbalorditiva attualità. Diverse sono le pagine ne “I Doveri dell'Uomo” in cui si prefigura con limpidezza cristallina l'avvento della società odierna, in cui l'economia – o meglio la finanza – detta legge, mentre la società civile sprofonda nel più bieco materialismo, che imperversa tanto in alto quanto in basso, generando nuove e mostruose forme di dominio tirannico e subdole schiavitù. Ma altrettanto più scomoda è la sua inattuale spiritualità, distante anni luce dai giorni nostri. Mazzini è l'apostolo di una fede tanto forte da non conoscere ostacoli o restrizioni, capace di portare al martirio. Tutto l'opposto dell'imperante “morale” del tiramo a campà. Ed è proprio questo suo messaggio d'intransigenza mistica ad esser quanto mai necessario nell'attuale smarrimento del popolo italiano. Affinché possa svilupparsi un sincero ed autentico moto rivoluzionario, bisogna esser capaci di superare sé stessi e le proprie bassezze, per raggiungere una diversa visione delle cose. Riscoprire allora l'importanza dei Doveri, di contro all'imperante frastuono dei Diritti; il valore supremo del Sacrificio alla causa; la difficoltà della Partecipazione; il sentimento radicato e forte d'appartenenza ad una Comunità.
Di questo e d'altro abbiamo parlato col nostro intervistato, che ha ribadito una volta di più la necessità di riprendere in mano i testi mazziniani, per riscoprirne l'importanza alla luce fioca della nostra contemporaneità.


Sandro Righini






1 - Partirei con una domanda d'attualità, ma che ritengo chiami direttamente in causa il pensiero mazziniano. E' fatto recente l'approvazione del controverso d.d.l. Cirinnà. Al di là delle considerazioni particolari su questo decreto, non è lecito vedervi un ulteriore e progressivo attacco a quella che Mazzini chiama "la Patria del cuore", ovvero la Famiglia?

In effetti la domanda è più che pertinente in quanto Mazzini è stato uno dei maggiori teorici della cosiddetta "famiglia tradizionale". La famiglia viene definita, proprio nei "Doveri", concetto di Dio che non può essere soppresso da potenza umana e superiore addirittura - detto da Mazzini! - alla Patria. Esorta anche ad amare i figli mandati dalla Provvidenza.... Il decreto Cirinnà, nelle primitive intenzioni era un attacco deliberato alla famiglia. Da un punto di vista puramente giuridico sono d'accordo che ci sia una regolamentazione delle unioni civili: un sindaco sposato non può affidare (ed è giusto che sia così) lavori alla propria moglie architetto (è il caso del Comune di cui sono uno degli amministratori), mentre se fosse omosessuale potrebbe affidare al proprio amico, senza violare la legge, qualsiasi tipo di incarico. Una legge seria sulle unioni civili lo impedirebbe... Le unioni civili, comunque, NON sono un matrimonio....

2 - Credo non sia un azzardo dire che quasi tutto quello su cui Mazzini ci aveva messo in guardia ne "I Doveri dell'uomo" si sia piano piano avverato. Un lento erodersi dei tre pilastri su cui l'apostolo repubblicano aveva fondato pensiero ed operato: Dio, Patria e Famiglia. E quale agente erosivo, oggi più che mai, i famigerati e sbandierati Diritti. Ci spieghi meglio perché Mazzini li riteneva tanto pericolosi, soprattutto per quelle fasce di popolazione meno istruite e povere?

Mazzini diede come titolo alla propria opera principale "I Doveri dell'Uomo", proprio in opposizione alla religione dei "Diritti dell'Uomo" sorta con la Rivoluzione Francese. Questa "religione" è pericolosa per tutte le fasce sociali, non solo quelle cui lei fa riferimento. A forza di sbandierare i proprio diritti individuali si finisce col dimenticare i diritti della comunità cui si appartiene (la Patria) e si finisce col giustificare tutto, anche le cose più abiette. Ho, per esempio, diritto a salvare la mia sporca vita e allora in battaglia ho diritto di disertare. Spesso la religione dei diritti è associata a quella della libertà (male intesa, però) che si trasforma nella libertà di ammazzare il proprio simile impunemente in nome del Dio Denaro. Le fasce di popolazione che hanno meno istruzione e meno denaro alla fine soccombono e si vede che chi gli ha promesso più diritti, in realtà gliene ha sottratto di fondamentali... Ci vuole un certo equilibrio. Nei "Pensieri sulla democrazia in Europa", Mazzini rilevava che "... la dottrina dei diritti individuali non è nella sua essenza che una grande e sacra protesta in favore della libertà umana contro ogni tirannide che la conculchi. Il suo valore è meramente negativo. Forte a distruggere, essa è impotente a fondare. Può rompere catene, non comporre vincoli di lavoro concorde e d'amore. (....). Senza la religione del Dovere, ogni grande trasformazione sociale è impossibile.”

3 - Mazzini parla di "religione del Dovere" giacché Dio, come spiega ampiamente ne "I Doveri dell'uomo", ne è la fonte primigenia. Da dove trae origine questa visione religiosa del Dovere in Mazzini?

Mazzini era uno spirito profondamente religioso, considerava l'ateismo sinonimo di disperazione. Ad una pubblicazione di cosiddetti "liberi pensatori", che gli chiedeva una collaborazione nel 1864, rispose. "Voi negate Dio, negate la Religione, negate la Tradizione dell'Umanità. Come potete chiedermi di collaborare alla vostra pubblicazione?". L'ateismo è inconciliabile col pensiero mazziniano, così come il federalismo. In "Fede e Avvenire", del 1835, sono assai bene spiegati i fondamenti religiosi del pensiero mazziniano. La sua elevata spiritualità ha fatto paura, per motivi diversi, sia ai bigotti che agli atei, per questo il repubblicano storico Napoleone Colajanni scriverà il sapido pamphlet "Preti e socialisti contro Mazzini".

4 - Quanto vi è di Romano – in senso spirituale - e quanto di Cristiano nella concezione religiosa del pensatore genovese?

Per rispondere a questa domanda si potrebbe scrivere un intero volume... Da una parte Mazzini è stato uno dei profeti della "Terza Roma" e portò avanti l'idea-forza di Roma, dall'altra egli accettò i principi spiritualistici del Cristianesimo, pur ritenendo che esso fosse, in una certa misura, incompiuto. Riteneva positivo il Cristianesimo come religione dell'amore, della carità e del sacrificio, ma penso non riconoscesse il Cristo come Verbo incarnato. Se uno legge bene i suoi scritti, vede che è più critico nei confronti del Protestantesimo che non del Cattolicesimo.

5 - Da una parte c'è questo continuo richiamo alla spiritualità civile, unito al costante monito a non considerare la Terra come una valle di lacrime, ma come un "trampolino verso il cielo". Dall'altra l'idea del progresso quale motore della storia, con relativa visione escatologica di un'Umanità totalmente affratellata. Possiamo dire che nell'elaborazione di questa filosofia politico-spirituale di Mazzini ebbe giocò la sua adesione alla Carboneria? Cosa sappiamo della sua permanenza in questa misteriosa società segreta, che ebbe un ruolo di prim'ordine al sorgere del nostro Risorgimento?

La Carboneria - sovente confusa con la Massoneria pur essendo una realtà del tutto diversa soprattutto come impianto ideologico - non esplicava solo un'azione politica, ma divulgava tra i suoi aderenti anche insegnamenti sapienzali. Certo, una società segreta non lascia verbali delle riunioni, è chiaro. Mazzini rimase però poco nella Carboneria e ne rimase molto deluso (il suo primo arresto avvenne proprio perché uno dei dirigenti della Carboneria era un infiltrato della polizia...), anche se per forza qualche segno sulla sua formazione lo ha lasciato. Non ne esagererei, però, l'importanza. Quando Mazzini parla di protostoria italica ho notato che possiede un retroterra culturale-spirituale simile a quello di molti esponenti del cosiddetto "Movimento Tradizionalista Romano" del Novecento. Sulla scorta degli studi del prof. Cleto Carbonara (che mazziniano non fu mai, pur avendo fondato a Napoli un centro di studi mazziniani!) ritengo, però, che i pilastri culturali e spirituali di Mazzini siano il neoplatonismo ed un cristianesimo particolare che si distacca notevolmente da quello professato dalle chiese oggi esistenti.





6 - Il fulcro del pensiero mazziniano risulta molto scomodo al giorno d'oggi. Parla di supremo sacrificio, di esilio, di prigionia, di martirio, di Patria. Tutti termini che risuonano alle nostre orecchie come echi retorici di un passato remoto. Eppure, di contro agli sterili vagiti dei demagoghi di turno o dei ribelli del sabato sera, quello di Mazzini è un pensiero che potremmo definire veramente rivoluzionario, teso a coinvolgere l'uomo a 360 gradi. Ma forse è proprio per questa sua intransigenza, questa sua fede indomita, il motivo per cui è stato posto nel dimenticatoio?

E' proprio per questa sua concezione profondamente religiosa dell'esistenza, per questo suo tentativo di voler migliorare prima di tutto l'individuo che Mazzini è così inattuale, anche se per me, invece, è così attuale poiché ogni rivoluzione è destinata a fallire se prima l'individuo non depura se stesso. Ho trovato molte analogie (spirituali, non dico politiche) tra il pensiero di Mazzini e quello di Codreanu, il fondatore del Movimento Legionario in Romania, che forse non conobbe direttamente l'opera mazziniana. Ebbene, anche per lui, la lotta politica era destinata a fallire se non si fosse agito prima di tutto in tal senso. Questa concezione religiosa della lotta politica poté portare alcuni mazziniani tra i meno illuminati a posizioni settarie od esclusiviste, ma fu proprio essa a dare alla maggioranza dei militanti mazziniani la capacità di soffrire fino al punto di riuscire ad affrontare galera, patibolo o plotone d'esecuzione con il sorriso sulle labbra.

7 - Il pensiero di Mazzini può risultare ostico ai più, soprattutto alle persone meno istruite. Eppure c'è stato un tempo in cui anche tra le masse popolari il verbo repubblicano riuscì a far presa. Soprattutto in alcune regioni d'Italia, dove teneva testa e contrastava lo strapotere socialista. Ne parla lei stesso nella sua introduzione a "I Doveri dell'Uomo" - ripubblicati in formato E-book dalle edizioni Flower-Ed - quando racconta di aver visitato case di militanti repubblicani nella focosa Romagna dove ancora venivano custodite con la massima cura le opere complete di Mazzini. Le domando: secondo lei qual'è stata l'origine e la causa di questo repentino tracollo, che ha portato negli anni il Partito Repubblicano a valere poco o niente nello scacchiere politico nazionale?

Vi è da dire che il PRI, nel quale io stesso ho convintamente militato, era solo in parte mazziniano e solo in parte si rifaceva al repubblicanesimo "storico". Soprattutto nel secondo dopoguerra i mazziniani erano una minoranza all'interno del partito. Un travaso di gente proveniente dal Partito d'Azione, di eredi del vecchio movimento radicale (quello di Cavallotti per intenderci), di tecnocrati privi di anima, divenne maggioranza nel partito, lo cannibalizzò fino a farlo sostanzialmente sparire. Non ci si poteva più riconoscere. Spesso la base romagnola veniva presa in giro da questi tecnocrati, i quali non riuscivano neppure a capire quel patrimonio di tradizioni, considerate alla stregua di puro folclore, che essa portava con sé.

8 - Vi è oggi la possibilità di una rinascita del pensiero e dell'azione politica d'ispirazione mazziniana in questa nostra Italia?

Sono molto pessimista a riguardo. Sicuramente non nell'immediato. Bisogna iniziare proprio dall'ABC, diffondendo soprattutto i mazziniani "Doveri". In questa società ove si irride alla Patria, dove il concetto di famiglia è stato mostruosamente invertito, dove i più immondi demagoghi portano avanti solo i discorsi dei "diritti" ed i "doveri" non esistono più, c'è da rimboccarsi le maniche e bisogna proprio iniziare da zero. O, forse, da sottozero....

9) Ultima domanda: vista la recente uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea e le inevitabili conseguenze politiche che essa creerà sugli scacchieri politici internazionali, le domandiamo qual'era la visione che Mazzini aveva dell'Europa? Ne "I Doveri dell'Uomo" viene fatto un accenno ad una futura unità dei popoli europei, ma con quali sostanziali differenze rispetto all'attuale?

Mazzini in diversi suoi scritti parlò proprio di Stati Uniti d'Europa, esplicitamente. Egli vedeva un'unita morale, spirituale e anche politica dell'Europa, lasciando però ad ogni singolo Stato la piena autonomia nei problemi interni, tutto il contrario de "Ce lo chiede l'Europa" con cui i politici inetti e infingardi vorrebbero farci digerire le più odiose ed impopolari misure. A vedere cosa è l'Europa "unita" (unita per niente, in realtà) di oggi, penso che Giuseppe Mazzini si stia rivoltando là nel sepolcro di Staglieno! 

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