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sabato 25 giugno 2016

LA STORIA NELL'UNIVERSO, L'UNIVERSO NELLA STORIA - Maria Cipriano

La domanda: “siamo soli nell'universo?” è sempre più una domanda da porre ad uno scienziato piuttosto che a visionari e fanatici.
A cominciare dai famosi e controversi canali di Marte scoperti dallo Schiaparelli nel 1877 e che dettero il via a ferventi dispute sull'origine naturale o artificiali di essi, per tutto il XX° secolo fino ai giorni nostri l'attenzione degli scienziati si è sempre più concentrata sulla ricerca di nuovi pianeti, ed in particolare di quei pianeti che, presentando caratteristiche simili alla Terra quali temperatura, gravità, composizione e distanza dalla stella intorno cui orbitano, potrebbero possedere i requisiti per lo sviluppo di forme di vita.
Grazie al continuo miglioramento della strumentazione e delle tecniche indagative ne sono stati scoperti migliaia solo nella nostra galassia. Per questo motivo la scienza ufficiale oggi ha dovuto ricredersi e riconoscere che la vita extraterrestre, se non è una certezza (per ora), di certo è statisticamente molto probabile.
Inevitabilmente però la scienza “ufficiale” che si occupa della ricerca della vita extraterrestre non può non affiancarsi all'ufologia e prendere atto che le migliaia di avvistamenti e fenomeni inspiegabili documentati devono essere presi in seria considerazione, studiati ed approfonditi applicando il metodo scientifico, evitando di dare adito a mistificazioni, favoleggiamenti, fanatismo o trovate commerciali.
Di queste tematiche se ne è parlato il 7 e l' 8 maggio scorso nella Repubblica di San Marino dove ha avuto luogo il “17° simposio mondiale sulla esplorazione dello spazio e la vita nel cosmo” e il “24° simposio mondiale sugli oggetti volanti non identificati e i fenomeni connessi”.
Ce ne dà un breve resoconto la nostra Maria Cipriano, appassionata di astronomia, la quale, oltre gli argomenti tecnico-scientifici trattati nei due simposi, ci parla della relazione esistente tra Storia ed Universo: una relazione sotto certi aspetti ovvia (qual è la Storia più smisuratamente lunga, contorta, articolata e difficile da sbrogliare se non la Storia dell'Universo?, come potrebbe esistere la Storia senza l'Universo?) e sotto altri assolutamente incompatibile (come può l'Universo infinito e dominato da forze spaventose essere anche solo sfiorato da quell'interminabile susseguirsi di piccoli avvicendamenti dai quali noi deriviamo, quasi delle inezie in confronto ad esso, e che gli storici, cercando di incastrarli tra loro in ordine temporale, chiamano Storia?).

Giacomo Carnicelli


LA STORIA NELL'UNIVERSO, L'UNIVERSO NELLA STORIA 


CETI (Contact with Extraterrestrial Think-tank Italy)


Il 7 e l'8 maggio la Repubblica di San Marino, fedele alle sue secolari tradizioni di libertà e libero pensiero, ha ospitato, com'è ormai consuetudine da molti anni, il 17° simposio mondiale sulla esplorazione dello spazio e la vita nel cosmo, e il 24° simposio mondiale sugli oggetti volanti non identificati e i fenomeni connessi.
La Repubblica di San Marino, non a caso: che dette asilo, rifocillò e soccorse Garibaldi e i suoi prodi fuggitivi inseguiti dagli austriaci, sfidando l'ira di Vienna, che per prima eresse un monumento al nostro Eroe tuttora ben in vista in pieno centro della città, che partecipò e aiutò il nostro Risorgimento, e, unica nella penisola, ha elevato un monumento anche alle vittime dei bombardamenti angloamericani, le quali, come si sa, in Italia sono calcolate praticamente zero, come non esistessero. E dire che si tratta di decine di migliaia di nostri connazionali.
Nella sede del Teatro del Turismo, per due intense giornate, all'ombra dei tre mitici castelli del monte Titano, studiosi, scienziati, astronomi, biologi e semplici appassionati e ricercatori italiani e stranieri hanno parlato con passione e competenza di quello che ormai è e sarà sempre di più l'argomento del presente secolo e millennio: la ricerca della vita intelligente extraterrestre, un tema che, affrancato dalla favolistica fantascientifica, è ormai diventato parte integrante della Scienze astronomiche grazie all'impegno pionieristico di personaggi controcorrente i quali, quando ancora era considerato ridicolo parlare degli Alieni, sfidarono l'ostilità dei governi e le diffidenze di una Scienza ufficiale che non ammetteva nemmeno l'esistenza dei pianeti extrasolari. Ora, invece, di questi esopianeti ne sono già stati scoperti migliaia, anche vicino a casa nostra, cioè a poche decine di anni luce. Dobbiamo esser grati perciò a scienziati come Giuseppe Cocconi (che dopo la guerra se ne andò dall'Italia, accolto in America alla Cornell university), Frank Drake, Josef Allen Hynek, Fred Hoyle, Carl Sagan, e al nostro infaticabile ricercatore Roberto Pinotti, i quali fin dagli anni sessanta seppero vedere lontano, anticipando da varie angolazioni quelli che, oggi, sono dati di fatto assodati: e cioè che i pianeti, perlomeno nella nostra galassia, costituiscono la perfetta regola, e dunque la vita aliena, lungi dall'essere una favola, è quasi sicuramente una realtà. Si tratta solo di scoprire ove sia, come sia, e perchè ancora non si sia fatta viva in modo chiaro e univoco presso di noi o perchè ancora noi non siamo riusciti a rilevarla. Ed è proprio su questo punto cruciale che il discorso degli extraterrestri s'intreccia inevitabilmente a quello dell'ufologia, che farà sorridere molti scettici (e anch'io mi annovero fra i discendenti di San Tommaso), ma che pure è necessario affrontare per avere un'idea completa di tutta la questione, la quale, se pur a denti stretti, è stata ammessa anche dalla maggioranza dei governi del pianeta, ciascuno dei quali ha un suo fascicolo riservato sugli avvistamenti, che in certi casi hanno coinvolto interi gruppi di persone in una volta sola, come a Phoenix in Arizona nel 1997. In Italia, molti ricorderanno l'eccezionale ondata di avvistamenti del 1978, che colpì soprattutto l'Adriatico e il mezzogiorno, in particolare Sicilia, Campania e Puglia, coinvolse carabinieri, piloti, pescatori, addetti ai pubblici servizi nei porti e aereoporti (anche chi scrive fu testimone di un avvistamento lungo la linea ferroviaria Pescara-Ancona), e insomma costrinse giornali e televisioni a parlarne e il governo a prenderne pubblicamente atto. Fu in quell'occasione che l'allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti incaricò ufficialmente l'Aereonautica militare di lavorare a stretto contatto con il Cun (centro ufologico nazionale), un'associazione privata di ricercatori costituitasi nel 1967 e presieduta dal dr. Pinotti che incontrò personalmente in quell'occasione il Presidente del Consiglio.
Come è stato ripetuto anche in questo congresso, l'ufologia non può più essere ignorata o trattata con sussiego, ma va affrontata, analizzata e studiata seriamente. Oramai è stato generalmente ammesso che esiste un problema Ufo a cui non si è riusciti a dare una spiegazione, e rispetto a cui va sempre tenuto presente ciò che raccomandò il grande astronomo statunitense Josef Allen Hynek il quale mise in guardia dagli imbrogli, le speculazioni, le mistificazioni e le discutibili interpretazioni di personaggi che, già ai tempi suoi, favoleggiavano a ruota libera intorno ad esso. Favoleggiare non può essere impedito e la libertà di parola funziona per tutti, ma, per essere credibile, il problema Ufo va trattato e analizzato scientificamente, in modo rigoroso e lontano da sensazionalismi e sedicenti visioni di profeti e mistici, nonché tenendo conto delle critiche lanciate dai più famosi e accreditati anti-ufologi, come James Oberg, ex ingegnere della Nasa, per i quali il fatto che il 5% degli avvistamenti siano inspiegabili non significa nulla. Per questi critici, il fenomeno ufo non esiste, è una bufala (citano quella, clamorosa, dei palloncini bianchi scambiati per flottiglie aliene), un'invenzione di mitomani, uno scherzo di burloni (famoso quello giocato da alcuni studenti messicani a un detestato poliziotto), oppure una trovata delle due superpotenze per distogliere l'opinione pubblica, o ancora un fenomeno meteorologico, psichico, una forma di psicosi collettiva o di autosuggestione. Essi dimenticano però che fu il governo americano a chiedere ad Hynek stabilmente la sua consulenza scientifica sugli Ufo, e lo stesso Hynek, che inizialmente era assai scettico, fece parte di diverse commissioni governative di studio, prendendo sul serio l'argomento quando cominciò a constatare che tra gli “avvistatori” c'erano anche svariati suoi colleghi astronomi, segno che il problema ufo non poteva essere una bufala, ma una realtà, anche se al momento inspiegabile. In quell'occasione gli scrisse: “Troppo spesso è accaduto in passato che materie di grande valore per la Scienza venissero tralasciate perchè il nuovo fenomeno non si adattava alla visione scientifica del tempo.” Certamente è possibile che gli alieni non c'entrino nulla con gli ufo, e lo stesso Hynek, dopo decenni di studi, ipotizzò che il fenomeno presentava in molti casi caratteri somiglianti al “poltergeist”, cioè a quelle rarissime manifestazioni psichiche che danno luogo a fenomeni reali inspiegabili, quali spostamenti di oggetti, visioni, apparizioni, voci, etc. Tuttavia egli morì, nel 1986, senza aver dato una risposta scientificamente certa, e l'argomento può considerarsi ancora sospeso, anche se pochi anni fa, nel 2013, al prestigioso Circolo della stampa di Washington si è tenuta, di fronte a una commissione parlamentare Usa, una conferenza a cui sono stati invitati i massimi esperti mondiali dell'argomento (per l'Italia il dr. Pinotti) che, sotto giuramento, hanno esposto le proprie testimonianze e conoscenze, e alla fine della quale si è arrivati alla conclusione che il fenomeno Ufo esiste, è un fenomeno reale, espressione di una tecnologia molto avanzata di origine non terrestre.

Ci si può stupire che una persona come me, dedita allo studio della Storia (e in particolare della Storia del Risorgimento) che costringe a stare coi piedi per terra e a scandagliare il ginepraio di vicende tutte terrestri, s'interessi a simili argomenti. Ma proprio il secolo di Garibaldi e di Mazzini, in cui si sarebbe portati a credere la gente rifuggisse da simili argomenti e nemmeno li prendesse in considerazione, era invece animato da un vivo interesse verso i mondi extraterrestri, e quasi tutti, gente comune e scienziati, credevano ai marziani, al punto che quando l'astronomo Giovanni Schiaparelli nel 1877, puntando dal celebre osservatorio di Brera il telescopio su Marte, individuò i famosi “canali”, vi fu una generale ammissione che trattavasi di canali artificiali, opera degli abitanti di Marte. Soltanto nel 1894, un altro astronomo italiano, l'abruzzese Vincenzo Cerulli, dall'osservatorio di Teramo dedusse trattarsi di un'illusione ottica, il che peraltro non smorzò affatto l'entusiasmo, la speranza e l'interesse per i marziani, che continuarono a tenere banco nelle speculazioni scientifiche e nella letteratura fantascientifica, e a cui anche il regime fascista dedicò una serie di storie a fumetti, tra cui il famoso “Saturno contro la Terra”, una saga decennale a puntate, tradotta anche negli Stati Uniti.
Ma, a parte tutto questo, perchè uno storico dovrebbe interessarsi all'universo? A parte l'interesse personale che chiunque facilmente può nutrire verso questi temi così affascinanti, che cosa ha a che vedere la Storia con il cosmo? La risposta è semplice, perlomeno apparentemente, dal momento che la Storia indubitamente E' nell'universo. E, paradossalmente, se non ci fosse l'universo, la Storia non ci sarebbe e non ci potrebbe essere, non ci sarebbe nessuno di quei racconti che gli storici mettono pazientemente insieme concatenandoli in una sequenza temporale per cercare di spiegare chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, cosa abbiamo fatto, che cosa abbiamo intenzione di fare, etc. Dunque, se è vero come è vero che la Storia è nell'universo, esiste una sorta di correlazione tra i due: epperò una correlazione strana, inspiegabile, misteriosa, perchè una realtà così smisuratamente grande, paurosa nelle sue forze, incredibile nelle sue distanze che con fatica riusciamo a calcolare con i parsec e gli anni luce, è il presupposto di cose piccole, infinitesime e addirittura inconsistenti se rapportate a questo gigante cosmico che ci sovrasta, rispetto a cui i microcosmi sospesi nello spazio sono pulviscolo, ma nei quali avvengono i fatti che, messi tutti assieme, costituiscono appunto la Storia. La quale, come dice la parola, è vita superiore di piccoli esseri intelligenti organizzati in comunità, in società via via sempre più complesse, che si aggregano, si scontrano, si combattono, si confrontano, interagiscono, cooperano, si alleano, si conquistano, si massacrano, solidarizzano, nascono e muoiono, alzano gli occhi verso il cielo e lo vogliono capire, e insomma danno luogo a tutta quella serie di vicende cronologicamente susseguenti, spesso convulse, faticose e dolorose, che si studiano sotto il nome di Storia, ma in modo del tutto staccato e avulso dallo smisurato contesto cosmico nel quale avvengono, il quale è e resta indifferente e pare non avervi nessun'altra relazione oltre a quella che, se non fosse lì, la Storia non ci sarebbe.
Fatte queste considerazioni, si palesa una madornale contraddizione ed anzi una vera e propria incompatibilità tra l'enormità smisurata del cosmo e la Storia. Può la Storia che tanto ci coinvolge e influenza le nostre vite, nella quale siamo immersi fino al collo e dalla quale siamo spiritualmente plasmati, essere un insensato granello nel gigantesco lavorìo dei corpi celesti? Apparentemente è proprio così: tra la Storia e il Cosmo non esiste alcun vero rapporto, anzi vi è una palese contraddizione, un dislivello assurdo, inspiegabile, insensato, alla luce di che il cosmo con il suo frenetico incessante lavorìo e la Storia con il suo frenetico e incessante susseguirsi di innumerevoli vicissitudini, proprio perchè privi di una reciproca relazione logica, non avrebbero nessun senso, nessuna causale, nessuna finalità, ma resterebbero sospesi nel nulla, dal nulla partoriti e verso il nulla diretti. A meno che non si possa ammettere che, se la Storia è nell'universo, in qualche modo anche l'universo sia nella Storia. Solo in questo modo si stabilirebbe una relazione logica tra i due, solo in questo modo si aprirebbe una finestra razionale sul formidabile enigma dell'esistenza.
Ma perchè l'universo sia nella Storia occorrerebbe che una realtà così smisurata avesse in qualche modo direttamente a che fare con i minuscoli mondi planetari, il che è molto difficile -ma non impossibile- da immaginare. Come semplice appassionata della materia, io ritengo che soltanto l'esistenza di una civiltà galattica potrebbe costituire la prova che l'universo non è insensato, poiché in tal caso esso costituirebbe l'habitat naturale delle civiltà galattiche, e non più il luogo smisuratamente vasto dove annaspano insignificanti pianetini. Conseguentemente, questi ultimi, solo messi in rapporto con la civiltà galattiche acquisterebbero il senso e il nesso mancante con l'universo che li circonda, il quale universo sarebbe nato per le civiltà galattiche, appunto, e solo secondariamente anche per i piccoli mondi planetari come il nostro, i quali, solo nella misura in cui la civiltà galattica sia entrata nella loro Storia e li abbia fatti in qualche modo partecipi di una realtà più grande, non sarebbero più frammenti dispersi e isolati nel cosmo, ma diventerebbero parte di un gigantesco puzzle, i cui tasselli invisibili e il cui filo labirintico sarebbe molto al di sopra di noi e dei nostri livelli planetari, tenuto in mano da esseri lontani e superiori che probabilmente non vivono e non possono vivere sui pianeti della galassia, e la cui individuazione, impossibile a qualsiasi strumento anche tecnologicamente avanzato, sarebbe perseguibile in via razionale solo se si conoscesse in maniera molto più approfondita l'universo, di cui noi, forse, vediamo solo una piccola parte.


Maria Cipriano

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