Su
gentile concessione dell'amico e collaboratore Luca Cancelliere,
presentiamo ai nostri lettori la recensione di un recente libro sulle
origini del M.S.I in Sardegna.
Angelo
Abis - Giuseppe Serra, “Neofascisti”
(Pietro
Macchione Editore, Varese 2016)
“Neofascisti”,
uscito per i tipi di Pietro Macchione Editore (Varese, 2016), ci
riporta in un particolare ambiente politico e umano della Sardegna
del periodo compreso tra la fine della seconda guerra mondiale e i
primi anni ’50 dello scorso secolo, quello dei “vinti”. Reduci
delle forze armate del Regno d’Italia e della Repubblica Sociale
Italiana, ex dirigenti politici e intellettuali fascisti, ma anche
conservatori, monarchici, “fusionisti” e “qualunquisti” sono
i protagonisti di questo pregevole studio scritto da due ricercatori
che hanno già dato ottima prova di sé negli anni precedenti.
Sull’opera
e la persona dell’amico Angelo Abis, Dirigente A.S.L. in
quiescenza, chi scrive si è già soffermato in un articolo (Il
fascismo sardo nei libri di Angelo Abis”) comparso sul numero 75
della benemerita rivista cagliaritana “Excalibur” nel gennaio
2014 e sul sito www.ereticamente.net. In questa sede, sarà
sufficiente rammentare che lo studioso cagliaritano sulla fase finale
della storia del fascismo sardo ha già prodotto due studi che
costituiscono altrettante pietre miliari della ricerca storiografica
in un ambito ancor poco indagato: “L’ultima frontiera dell’onore.
I sardi a Salò” (Doramarkus, Sassari 2009) e “Il fascismo
clandestino e l’epurazione in Sardegna 1943-1946” (Giorgio Ariu
Editore, Cagliari 2013).
Il
professor Giuseppe Serra, docente presso l’Istituto di Istruzione
Superiore “Giuseppe Manno” di Alghero, ha già fornito un
notevole contributo all’approfondimento della storia politica del
secondo dopoguerra in Sardegna con il pregevole studio “Le origini
della destra in Sardegna: il partito dell’uomo qualunque
(1945-1956)” (Doramarkus, Sassari 2010).
L’introduzione
è stata curata da Giuseppe Parlato, professore ordinario presso
l’Università degli Studi Internazionali di Roma, presidente della
Fondazione “Ugo Spirito e Renzo De Felice” e autore, per quanto
concerne l’argomento della presente recensione, di “Fascisti
senza Mussolini: le origini del neofascismo in italia (1943-1948)”
(Il Mulino, Bologna 2006).
Nel
primo capitolo si descrivono le vicende del clandestinismo fascista
negli anni che vanno dalla caduta del regime alla fondazione del
“Movimento Sociale Italiano” (Roma, 26 dicembre 1946), nonché le
vicende di due formazioni politiche che più di altre ospitarono i
reduci fascisti in quegli anni: il “Partito Fusionista Italiano”
(da cui provennero tra gli altri Antonio Podda, Giovanni Bianchina,
Arturo Marigo) e del più noto “Fronte dell’Uomo Qualunque” (di
cui fu animatore a Nuoro Mario Mereu). Un ruolo molto importante ebbe
anche il “Movimento Sardo Indipendente dei Reduci”, guidato dal
futuro dirigente missino Mario Pazzaglia, che fu anche dirigente
fusionista. A riguardo del “Partito Fusionista Italiano” (cui
Guido Jetti ha dedicato “La Destra prima della Fiamma. La parabola
del Partito Fusionista Italiano”, uscito a Roma nel 2011 per la
“Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice”), giova rammentare che
questa effimera formazione, guidata dal giornalista Pietro Marengo,
parve a un certo punto assurgere a catalizzatore di tutte le forze
nazionali e di destra della politica italiana, in particolare
nell’Italia centro-meridionale e segnatamente in Sardegna dove ebbe
ampia diffusione.
Nel
secondo capitolo si ripercorre la costituzione, a seguito della
fondazione del Movimento Sociale Italiano, della costituzione del
partito nell’Isola e della sua diffusione su tutto il territorio
regionale. Quasi ovunque, le sezioni del M.S.I. presero origine dalle
vecchie sezioni del “Partito Fusionista Italiano” (divenuto poi
“Partito Nazionale Sociale Fusionista”), il cui responsabile
regionale Antonio Podda era transitato nel M.S.I. con molti altri
dirigenti. In provincia di Sassari, già a poche settimane dalla
fondazione del Partito (26 dicembre 1946), fu aperta la prima sezione
nel comune di Bono, mentre la Federazione fu inaugurata, sotto la
guida di Salvatore Mastino, nel dicembre 1947. A Cagliari la
Federazione fu costituita nel maggio 1947, con Mario D’Atri quale
Commissario Straordinario. A Nuoro la nascita della Federazione
avvenne nel dicembre 1947 sotto la guida di Franco Aloysio.
Contemporaneamente e con una certa rapidità, il Partito apriva
sezioni in tutte le altre principali città (Carbonia, Iglesias,
Oristano, Alghero, Olbia) e in moltissimi comuni dell’Isola.
Il
terzo capitolo è dedicato alla stampa periodica neofascista in
Sardegna nei primi anni del secondo dopoguerra. In particolare
vengono esaminate due riviste sassaresi. “Il Quarantotto” fu il
primo periodico neofascista della Sardegna repubblicana, uscito fino
al 1948 sotto la direzione dell’ex militare e prigioniero non
collaborazionista Nino Bianchina e caratterizzato da una linea
social-rivoluzionaria di “sinistra nazionale”. “Il Risveglio”,
diretto dai due giovani sassaresi Piero Fresco ed Eugenio Criscuoli,
caratterizzato invece da una linea più nostalgica e
nazional-conservatrice, chiuse la sua esperienza nel 1949.
Il
quarto capitolo è dedicato alla partecipazione del M.S.I. alle
elezioni politiche del 18 aprile 1948, cui gli elettori sardi
parteciparono massicciamente con una percentuale di votanti del
90,07%, pronunciandosi in maniera in equivocamente maggioritaria a
favore della Democrazia Cristiana. In queste elezioni, il M.S.I.
riuscì ad affermare la sua presenza con una percentuale di voti alla
Camera dei Deputati sul totale regionale, modesta ma significativa,
del 2,77% (provincia di Sassari, 3,91%; città di Sassari, 7,96%;
provincia di Nuoro, 2,8%; città di Nuoro, 8,8%; provincia di
Cagliari, 2,11%; città di Cagliari, 4,20%), con picchi nei comuni di
Alghero (8,01%), Ozieri (8,38%), Benetutti (11,51%), Bitti (12,46%).
Nel capitolo si accenna anche ai primi congressi provinciali di
Sassari, Nuoro e Cagliari (nei quali furono eletti come Segretari
Provinciali rispettivamente Salvatore Brigaglia, Bruno Bagedda e
Arturo Marigo), in vista del Congresso Nazionale di Napoli del 27-29
giugno 1948, durante il quale fu eletto Segretario del Partito
Giorgio Almirante, destinato a durare in carica fino all’anno
successivo quando fu sostituito da Augusto De Marsanich.
Il
quinto capitolo è dedicato alle elezioni regionali dell’8 maggio
1949, durante le quali il M.S.I. e ancor più il concorrente più
diretto, il Partito Nazionale Monarchico (P.N.M.), conseguirono un
successo lusinghiero e insperato. I risultati furono i seguenti:
Sardegna, P.N.M. 11,6%, M.S.I. 6,1%; provincia di Sassari, P.N.M.
15,8%, M.S.I. 8,6%; città di Sassari, P.N.M. 26,5%, M.S.I. 10,9%;
provincia di Nuoro, P.N.M. 9,18%, M.S.I. 6,57%; città di Nuoro,
P.N.M. 9,5%, M.S.I. 17,2%; provincia di Cagliari, P.N.M. 10,17%,
M.S.I. 4,51%; città di Cagliari, P.N.M. 18%, M.S.I. 9,3%. La linea
politica durante queste elezioni fu spiccatamente anti-regionalista,
coerentemente con l’assunto ideologico nazionalista e unitario del
Partito, contrario non all’autonomia amministrativa di per sé, ma
all’esistenza dell’Ente Regione quale ente politico e legislativo
ritenuto pericoloso per l’unità nazionale. Il M.S.I. aveva anche
presentato un disegno di legge costituzionale per l’abrogazione
della Costituzione recentemente promulgata.
Il
capitolo tratta anche del secondo Congresso Provinciale del M.S.I.
sassarese, svoltosi a Sassari l’8 gennaio 1949, in cui venne eletto
come Segretario Provinciale Gavino Pinna; del viaggio del noto Stanis
Ruinas (alias Giovanni Antonio De Rosas, ex fascista poi assurto a
massimo rappresentante della c.d. “sinistra nazionale”
filo-comunista, nonché direttore del “Pensiero Nazionale”) in
Sardegna nel luglio-settembre 1949 e dei movimenti giovanili del
partito (F.U.A.N., “Raggruppamento Giovanile Studenti e
Lavoratori”, “Giovane Italia”) nel M.S.I. sardo.
Il
sesto capitolo, infine, è composto da una galleria di cenni
biografici sui personaggi che hanno segnato la storia del M.S.I. in
Sardegna: Giovanni Maria Angioy, Bruno Bagedda, Giovanni Bianchina,
Enrico Endrich, Arturo Marigo, Mario Mereu, Mario Pazzaglia, Gavino
Pinna. Molti di questi personaggi, come è noto, continuarono ad
avere un ruolo significativo nel M.S.I. sardo nei decenni successivi.
Luca
Cancelliere
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