Appunti di toponimia (F.Bravi)
A: sui nomi di luogo istro-dalmati
in -anum
I toponimi terminanti in -anum derivano spesso dal no-me personale del proprietario
di un fondo rustico, in latino
praedium, da cui il termine 'prediale'.
Ad esempio: Iulianum 'Giuliano'
e sim. (Roma, Na, Ch), predio
di Iulius; Appianum 'Appiano'
(Co, Bz), predio di Appius. Questo suffisso
aggettivale -anum caratterizza i prediali romani
entro i confini dell'Impero.
Nell'area storico-geografica
italiana i toponimi in -anum sono più numerosi che altrove e
soverchiano altri tipi di prediali nell'insieme; 1 alcuni
sono formati su gentilizi non latini o hanno origine ambigua o incerta.
Ad esempio: almeno tre dei sette
Bolzano dell'alta Italia hanno origine da un personale 'allogeno'
(Baudius o Abudius), mentre Bozzano in
Lucchesia – che richiama la forma medievale atesina Bozanum da cui la
forma tedesca Bozen – e altri simili derivano da comuni voci rurali (pozza
e bozza 'acquitrino'). Stessa origine ha la
Bozzana in Versilia, dal toscano bozzo a sua volta da
*bodius 'fosso pieno d’acqua' pure di matrice velianica; ma non si
puo giurare che Bozzana a Caldes nel Trentino proceda da identica
trafila.
Allo stesso modo i Varano
sparsi in tutta Italia risalgono a basi preromane con riferimento ora a
'terreno paludoso', ora ad 'altura'. L’attribuzione,
idronimica od oronimica, è connessa al carattere geomorfico del
luogo: nel primo caso a *uar-2 'specchio
d’acqua', nel secondo a *uar-3 'altura',
l’una e l’altra basi congetturali 'velianiche' .2 Infine,
è impossibile districarsi fra i tanti Vezzano che possono essere
prediali da Avitius, Vettius, Vittius, ovvero
aggettivali del lat. vitta 'benda',
'infula' – da cui si fa derivare, per metafora, vetta
– o del velianico *(a)ui-t3 'altezza',
'cima'.
I nomi di luogo in -anum sono accolti nel massiccio
Dizionario di toponomastica della utet (v. Bibliografia,
aa. vv.), ma non tutti. L’opera dal
sottotitolo Storia e significato dei nomi geografici italiani, tralascia,
oltre alla microtoponomastica, tutti i nomi di luogo dei territori italiani
fuori dei confini in cui è ingabbiata questa repubblica. Esclusione ovvia la
prima, poiché, per piccina che sia, l'Italia di nomi geografici ne ha fin
troppi; ma non trovo per niente ovvia la seconda .3
A rimediare in qualche modo
all’omissione, elenco qui sotto i toponimi istro-dalmati di tipo -anum
che ho potuto racimolare, nomi che hanno un fratello identico o simile al di
qua di un mare "amarissimo" più che mai.
I nomi non sono tutti, né son tutti
prediali; alcune proposte etimologiche attendono conferma, i raffronti sono
indicativi ma sostanzialmente fondati.
Eccone dunque l'elenco:
Ancarano, Capodistria: < Ancharius. – Cfr.
Ancarano (Te, Pg), Ancaiano
(Pg, Pi).
Antignano, Capodistria: < Antinius o sim.
– Cfr. Antignano (At, Li), Antegnate (Bg), Antognano (Lu,
Pc), evidentemente per contaminazione di Antonius.
Arzano, Spalato (sulle
Dinariche: < Artius).
– Cfr. Arzano (Na)e Arzago (Bs) con suffisso
prediale gallo-romano.
Cavrano, Pola: < Caprius o
piuttosto vel. *caur-3 'pietraia'.
– Cfr. Cavriana (Mn), Capriana
(Tn).
*Cigliano o sim.
(croato Laklian o Jaklian), isoletta p.
Ragusa: probab. origine venetica da una radice
*ak- 'aguzzo' riconoscibile
in Acelum, già municipio romano (ora Asolo, paesotto
trevigiano). La forma croata Laklian indizia un tramite
dalmatico *(ko)l ak(e)l- ian .4 In
alternativa: aquilus 'acquoso', 'oscuro';
prediale da gentilizio imprecisabile (Acilius? Caelius? Caecilius?); vel. *cail- 3 'poggio'
o sim. – Cfr. Aquileia
(Ud), +Kilian (Bz),5 Cigliano
(Vc), Ciliano (Si), Ciglié
(Cu), Ciano d'Enza (Re),6 Ceciliano
(Ar), Ciciliano (Roma).7
Crappano, Sebenico: forse
da vel. *crap-3 'crepa
rupestre' o sim. (cfr. Monte Grappa).
Dignano, Pola: da
confrontare con prediale omofono udinese (< de
Ignano < Ignius per cui
v. DT, pg. 250) o piuttosto con Legnano
che il Salvioni deriva da Latinianum tramite l’attestazione
medievale Ledegnanum, ivi pg. 349.
Gallesano, Pola: < Gallicius. – Cfr.
Galliciano (Rc).
Goriano, a N. di
Aurisina (Ts): probab. prediale da Cordius,
con richiamo dello slavo gora 'monte' – Cfr. Goriano
(Aq).
Lisignano, Pola < Licinius, come
Lisignago (Tn). – Cfr. Lezi gnan (Linguadoca).
Manzano, Capodistria: < Amandius o Mantius.
– Cfr. Manzano (Ud, Pr), +Manzano, ora
S. Felice (Tn).8
Momiano, Capodistria: < Mummius o
prerom. *maum-3
d’incerto significato. – Cfr. Momo (No),
Mommio (Pt, Ms).
Paugnano, Capodistria: < *Papinius? – Cfr. Papignano (Bi).
Perzagno, Cattaro, slavizzato
in Prsanj: < Persius o
Bercius, con esito -n- < -gn-
per posticipazione di -i- e/o
attrazione del tipo croato -nj. – Cfr. Berzano (At,
Al), forse in relazione con Berzo (Bg, Bs), Berzonno
(No), Perzacco (Vr), Bersano
(Pc).
Pirano, Capodistria: non
prediale, forse da vel. *pir-3 allotropo
di *uir-3 'altura'.
– Cfr. Piraino (Me), Pirillo
(Cz).
Risano, presso Perasto alle
Bocche di Cattaro: analogi-co da *Risino. Il nome
latino classico era infatti Ivlivm
Rhi-sinvm.
Risano, Capodistria: forse
da rivus sanus e comunque da rivus 'ruscello'.
– Cfr. Risano (Ud), T. Rissa / Riessbach
con R. Rissa / Riesenbach e Riscone / Reischach (Bz).9 T. Risicone (Sr,
< *ri(vi)-siccone
'rio secco'?), +Russanum ora S. Maurizio p. Bolzano
con riferimento alla sorgente sulfurea che risanava (come
dire, in trentino: ru san).
Sissano, Pola: < Sessius o
Sittius. – Cfr. Sessano (Is), Sizzano
(No).
Stignano, Pola: < Stenius. – Cfr.
Stignano (Rc, Pt, Lu).
Strugnano, Capodistria:
etimologia incerta, come per Strognano (Pr),
Striano (Na), Strigno (Tn).
È pensabile un congetturale *(a)strun-i-
da vel. *ast-2 'torrente',
per cui cfr. Torrente Strona (No, Vc).
Trappano, Sabbioncello, Ragusa: origine
incerta. Forse in relazione con forme neogreche tipo Δραπάνον da δρεπάνη
'falce' per cui cfr. Drepanum
'Trapani'. In alternativa: < *trapetanum < trapetum
< τραπήτον
'torchio' da cui Trappeto (Pa, Ct) e
le voci dialettali meridionali trappítu e trappítë 'frantoio'.
Tribano, Capodistria: origine
incerta, forse da antroponimo Trebius o da *triv(i)anu- < trivium o da
italico trepia 'casa'. – Cfr. Tribano (Pd),
Tribiano (Mi), Trebiae < Trevi
(Pg, Fr).
Ugliano, Zara: origine
incerta, forse da Iulius10 oppure
Ollius, o da *aulanu- e questo
da vel. *aul-2 'canale'
da cui Aulla (Ms) e forse Olang / Valdaora
(Bz, anno 993 Olaga)).11 – Cfr.
Ugliana (Me), Ugliancaldo (Ms),
Oglianico (To).
Visignano, Parenzo:
< Visinius. – Cfr. Visignano (Pi),
Bisignano (Cs, Ap).
Note:
1 Intendo i tipi ligustico
(-ask- > -asco, -ink- > -inco), gallo-ligure (-engo),
gallo-romano (-acum > -ago), germanico (-ing > -ingo).
2 'Velianico' è termine
convenzionale da me proposto in una relazione del 1998 al Circolo Culturale G.
Gentile di Bolzano, registrata e pubblicata sotto il titolo Cosa
c’è sotto i nomi (per cui v. Nota bibliografica più
oltre). Ritengo che esso possa sostituire i termini «mediterraneo», «ligure» e
«prelatino» in quanto riferito a lingua di popolazione
preromana organizzata in nuclei sinecistici o villaggi rurali che essi
chiamavano veli. Tra veli e villa il passo è
breve: il lat. villa 'fattoria' incorre ancora nel VI d.C. col significato
velianico 'piccolo borgo' nella Lex
Salica. Il riscontro ibero-ligure ed ellenico è heli. Numerosi
i derivati nella toponomastica mediterranea. Cito Velia/Elea
nel Cilento e Velia laziale, uno dei tre villaggi sul
Palatino avanti la nascita di Roma. Di heli- con
variante *feli-,
oltre a numerosi Elimberrium, Lim-berri e
sim. in Iberia (eli-berri equivale a Villa-nova
e Città-nova, Hiberia è composto da hi articolo e berri
a significare la Nuova, da intendere la Terra-nova dei
Veliani, essendo stata l’Africa la loro terra originaria,
vecchia), si ha traccia nella Venezia Tridentina: Elle
in Pusteria, Rina originariamente Elina in Val Badia,
Fié (in origine: Vels). A
Tesero in Val di Fiemme, dalla finestra del mio studio, si vedeva il
terrazzo di Fia («Fella» nei documenti).
Nelle basi velianiche il pedice numerico distingue
le categorie della radice: bionimica, idronimica, oronimica. L'asterisco *, come d'uso, indica le basi radicali e le voci congetturali.
3 Seguendo il cattivo
esempio delle ultime edizioni dell'«Annuario» del TCI, il dt segna un deciso passo
indietro rispetto al precedente DETI che, oltre ad accogliere i nomi di
molte frazioni, alle pgg. 649-676 censisce, sia pure sommariamente,
i toponimi della Corsica, della Svizzera Italiana, di S. Marino, del Nizzardo,
dell'Istria e della Dalmazia (i nomi geografici istro-dalmati – pgg. 643-648
– sono un buon centinaio).
4 Kol è articolo determinativo,
dal basso lat. (ec)cu-ille come il pronome quello. È
agglutinato ad ak(e)l- che conserva il suono della c gutturale
latina davanti ad e, come di regola nel dalmatico, ad es.:
dik < dece(m).
5 Sul Salto sopra Bolzano,
docum. in Catasto Teresiano, Circoscriz. di
Valas.
6 Nel sec. XI Cilianum.
– DT, 206.
7 Inoltre: Cilli
(Celeia nel Norico), Cellio (Vc), Cellore
(Vr), Celio e Montecelio (Caelius Mons a Roma), Kellmünz
(Caeli Mons in Vindelicia).
8 Inoltre: vari
altri Manzana con Manziana, Mantana e sim.
dalla Pusteria a Roma e fin verso il Mezzogiorno d'Italia.
9 Anno 1337 Risconi. –
DTA II 6685.
10 L'attestazione
documentaria Insula Iuliana è forma umanistica insufficiente a
comprovare un prediale classico *Iulianum. – Giuseppe Praga, Elementi
neolatini nella parlata slava dell'Insulario dalmato, AMSD, X (Venezia,
1982), 133.
11 Anno 993 Olaga. –
DTA II 3991.
B: personali e toponimi di tipo -ik-
I – NOMI DI FAMIGLIA IN -ICH e -C.
La formante -k- dà valore qualificativo o
demotico ai derivati con suffisso -ik- presente nelle lingue dei vari
rami del gruppo indeuropeo e forse anche nell'etrusco e nel retico.
Esempi:
latino amicus, Italicus,
Satricum;
venetico andeticobos
'ai discendenti di Andeto', ion-(i)-kos, allisikos,
pittamnikos (personali),
greco βασιλικóς,’Iταλικóς.
germanico redilih
'redlich'
slavo starik 'vecchio',
slika 'immagine'
etrusco pernich
'magistrato', cerich 'costruttore'.
retico remich
'Aremia', pirikan 'di Pirrico'
(?).
In Dalmazia il suffisso -ik-
è rappresentato dal veneto-dalmatico -ich e, credo,
dall'uscita croata -ć.
Di qui il frequente
interscambio delle due uscite. Già sotto la dominazione austro-ungarica i
parroci slavi per ignoranza o più spesso con malizia alteravano i cognomi
italiani nei registri battesimali; altrettanto continuarono a fare
sotto i successivi regimi, sistematicamente, gli
scritturali slavi dello stato civile. Avveniva così che nel giro di
quattro generazioni il cognome Ferretti fu mutato in Foretić
attraverso successive alterazioni: Ferrettich, Feretich,
Foretich. In moltissimi nomi di famiglia il suffisso
dalmatico -ich fu croatizzato in -ić. Una mia zia di
Zara, Anna, ebbe troncato in Philipp il cognome Filippi;
altri Filippi, con più maliziosa alterazione, si
ritrovarono sul gobbo il casato Pilipic.
II – TOPONIMI DI MATRICE PREINDEUROPEA CON SUFFISSO
INDEUROPEO -ik-
Ne esamino tre con la forma
croata corrispondente e la paretimologia slava:
Verbenico/Vrbnik, Trestenico/Trstenik, Sebenico/Si-benik,
rispettivamente fatti derivare dal croato vrba 'salice', trst
'canna' sîb 'cespuglio'.
Premetto che sono rari, se non
inesistenti, i nomi di luogo di origine fitonimica (ossia da nomi di
pianta) come quella attribuita dagli slavi a questi tre toponimi.
Una
radice fitonimica indiretta avrebbe Dubrovnik che significa 'querceto'.
Ma l’origine non è geomorfica: è in relazione con i boscaioli
slavi (dubroni) che per liberalità dei maggiorenti di Ragusa furono
‘accolti’ in un quartiere suburbano da cui prese il nome la città slavizzata.
Ai tre
toponimi invece la matrice fitonimica è attribuita per paretimologia (= etimologia apparente): come avviene
quando ci illude di riconoscere nella lingua nota la matrice irriconoscibile da
lingua sconosciuta.1
Può darsi che Verbenico/Vrbnik sia da
base idronimica velianica *uer-2 come
Verbanus lacus (ora Lago Maggiore) o magari da vervex
'castrato' come sembra derivare Verbicaro nel Cosentino; ma è certo che
Trestenico/Trstnik viene da *terg- 'mercato'
come Tergeste (da cui Trst, forma
slava del toponimo Trieste) e Opitergium/ Oderzo.
La matrice potrebbe essere venetica o magari illirica, ma non
slava. È una mia idea che *terg sia
collegato con trogium 'via' (al mio paese il derivato
veneto-trentino trozo significa 'sentiero'), anche
perché certi nodi stradali, come nel caso di Bolzano, diventavano piazza, poi
mercato, infine municipio.
Quanto a Sebenico (lat.
mediev. ed eccl. Sibenicum, Sibenicensis)
il discorso è più complesso. L'abitato è sorto attorno al 1000 in una località
detta Sibinium (all'estuario della Cherca) identificabile
con l'antica Sika, Sicum presso Plinio. L'origine medievale
non esclude che il toponimo possa avere radice antica, riallacciandosi ad una
denominazione preesistente.2
Per me Sebenico/Sibenik
è da velianico *suua3
(varianti: * sau a, * siu a) semanticamente
prossimo a 'sabbia, ghiaia, tufo, cavità'. Ha riscontro
in Siebeneich p. Terlano (paretimologia, tradotto banalmente
Settequerce) e Sibenek a Malles.3 Rispecchia
una forma aggettivale * suu ana
(varianti: * suu ena, * suu ina) che
riconosciamo in Sonnenburg (paretimologico: del
sec. XII Suanapurch) e Suene,
ambedue in Pusteria, Suvendes in Veno-sta,
Schwanburg p. Nalles. Inoltre: Suana/Sovana nel
Vulcente, etnico Subinates a
Mendrisio (Ticino), Severs a Gries di
Bolzano (ghiaie del corso antico della Talvera).
Note:
1 Ad es. Guerruccia,
a Volterra, si fa derivare da guerra e Quercione nella Lucchesia
da quercus: invece i due nomi sono da ricondurre a un mediterraneo
('velianico') *uer-3 che vuol dire 'altura'.
Infatti ambedue i luoghi sono in posizione elevata. Così Verona
potrebbe aver avuto il nome – se non da base idronimica, pure
velianica, *uer-2 – dal colle sovrastante dov'era l'abitato preistorico,
e Veronza qui in Fiemme non è luogo da querce ma ha le
caratteristiche del castelliere.
2 Così è avvenuto per Tesero
dove sto scrivendo: il paese, sorto nel medioevo fra il
villaggio retico a Sottopedonda e l’altura di Fia (probabile altro
insediamento retico), ha un doppio nome dialettale di matrice
pre-romana: Tiéser < attegia 'lastrone di copertura,
capanna' e Tiésdo < (a)-tis-t- 'torrentizio', come
Tesido in Pusteria (documentato tal quale nell’attuale
forma italiana già nel 769) e Adige/Athesis.
3 Oltre a Settequerce/Siebeneich e Sibenek si rilevano
in territorio alto-atesino toponimi riconducibili al tipo venetico -ik-,
in specie nel tratto Bolzano-Merano in cui troviamo tracce di epigrafia
venetica anteriori alla romanizzazione (F. Bravi, La
lingua dei Reti, Bolzano, CSA, 1979-1981,
voll. I-II, passim). I principali sono:
Sinigo/Sinich, Cortina/Kurtinig, Lacinigo/Latschinig, Predonico/Perdonig, Liebeneich p. Terlano che
richiama Livonico, Livo e Livenza.
c: nota bibliografica
Aa.
vv. (Gasca Queirazza Giuliano,
Marcato Carla, Pellegrini Giovan Battista,
Petracco Siccardi Giulia, Rossebastiano Alda): – Dizionario
di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani,
Torino (UTET) 1990.
Sigla: dt.
Agostinetti N.: – Toponomastica militare navale dalma-ta, RD
LXIV-1993, 130-133.
Baroncelli Vittorio Emanuele,
Dainelli Giotto, De Toni
Ettore: – Prontuario dei nomi locali della Dalmazia, in
"Memorie della R. Società Geografica Italiana",
XV-1918 Roma, iii, 301-697.
Bravi
Ferruccio: – Cosa c’è sotto i nomi. Vagabondaggi nella
ricerca linguistica, Bolzano (CSA) 1998
(a pgg. 80-81, sotto il titolo Il sostrato velianico, è
transunto un capitolo del mio studio tuttora inedito La lingua ‘velianica’).
Brunelli
Vitaliano: – Storia della città di Zara dai tempi più remoti sino al
1409, Trieste (Lint) 1974
(* 283. A pgg. 68
sgg. e passim: etimologia del nome di Zara).
Cappello Teresa,
Tagliavini Carlo: – Dizionario degli Etnici e dei Toponimi
Italiani, Bologna (Patron) 1981 (in
appendice, alle pagine 641-676 sono trattati anche i nomi di
località fuori degli attuali confini politici, fra i quali un centinaio
della Venezia Giulia e della Dalmazia, a differenza del dt
della utet che esclude tali nomi anche nei raffronti etimologici). Sigla:
deti.
Chiarioni Tullio
(* Dainelli 1982).
Dainelli Giotto:
– Appunti sulla toponomastica dalmata, Roma 1918.
_ Dalmazia, RD LIII-1982, 81-146.
Con- tiene alcuni capitoli dell'edizione riservata, "bozze
di stampa", allestita nel 1926 dall'Istituto Geografico Militare
di Firenze. Sintesi storico-geografica con cenni di toponomastica. Edito
a cura di T. Chiarioni con no-ta bibliogr. in appendice. Alle
pgg. 110-122: Varia ori-gine dei nomi
locali in Dalmazia. (* Baroncelli /D. G.).
De Toni Ettore:
– I nomi geografici alle porte d'Italia, Venezia (Emiliana) 1905. (* Baroncelli / D.T.).
Jirecek C.: –
Die Romanen in den Städten Dalmatiens während des Mittelalters, in "Denkschriften der Akad. der Wis-sensch.", XLVII-XLIX, Vienna 1902-1904 (sopravviven-za della latinità dalmatica e
toponomastica neolatina).
Pellegrini Giovan
Battista: – Introduzione allo studio della lingua albanese,
Istituto di Glottologia, Seminario di Filologia Balcanica,
Padova 1977, 52-53 (sul nome Dalmazia: la
forma Delmatia, con più numerose attestazioni anche
classiche, si accosta a Delminium, ora Duvno,
e ad alban. delme 'pecora' a
sua volta da radice indeur. dhei- 'succhiare',
da cui lat. fellare 'succhiare' con filius
e abr. fellata 'agnella'. Quindi: dalmati = pastori.
E-timologia accolta, già nel 1934, da O. Randi
in RD XV. Altri autori, quali Fosco e Cioppa – * 697 e 709
– propendono di fantasia per il fenicio dal 'porta').
Randi O.: –
L'«albero toponomastico» della Dalmazia, RD
LIX-1988, 101-107 (da ms. ined. 1941-43).
Dalmatia, RD XV-1934, 23-34; RD LX-1989, 175-185.
Rustia Traine E. D.:
– Ruggero G. Boscovich scrittore e narratore italiano del
Settecento, RD LIX-1988, 174 (origine del
recente nome Dubrovnik che ha sostituito Ragusa).
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