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venerdì 23 settembre 2011

Drvso i Reti e gli altri - Ferruccio Bravi


Nel nome di Druso la regione atesina è uscita dalla preistoria per entrare nella storia. L'incontro degli antichi abitatori della nostra terra - i Reti - con la civiltà di Roma avvenne venti secoli fa: solenne Bimillenario che si compie purtroppo in un clima di depressione morale che privilegia valori nuovi, talora discutibili, e mortifica i valori tradizionali. Fu Druso un comandante valoroso e magnanimo? O fu invece un brutale nazistoide loricato, secondo un vieto modello fabbricato su pellicole "made in Usa"? Fu la sua impresa una operazione di polizia alle porte di casa, o una cruenta aggressione a pacifiche tribù, vinte e assoggettate di forza all'Impero? E noi, nati nella terra che fu sotto il segno di Roma, discendiamo dalle antiche genti italiche? O siamo invece figli di nessuno, per non dire di peggio?
Nel saggio del Bravi l'impresa retica è delineata nelle parti essenziali secondo le collaudate fonti della tradizione: Plinio, Seneca, Orazio, Strabone, Velleio, Dione Cassio. Le ghirlande del mito ne risultano sfrondate e con esse anche le malepiante del sottobosco storico. L'autore fa giustizia sommaria anche dei pregiudizi e luoghi comuni d'estrazione hollywoodiese dissipati nella loro inconsistenza. Nei "Quesiti" in appendice sono illustrate anche le condizioni della Rezia dopo la conquista romana, con frequenti carrellate nel tempo che predispongono alla comprensione degli eventi successivi anche quelli di viva attualità.


 estratto da pag 41

<< I costumi e le consuetudini, i culti e il linguaggio, le convinzioni e anche i pregiudizi dei nativi furono considerati degni di rispetto. Anche nella Rezia la civiltà latina ha dato prova di quella magnanimità e di quello spirito di moderazione che sono esaltati da un "allogeno" di prim'ordine: lo storico ebreo Giuseppe Flavio. "I Romani - scrive Flavio nelle sue Antichità Giudaiche - non obbligano i loro sudditi a rinunciare al patrimonio della propria nazione e, accontentandosi del rispetto loro dovuto, non violano le convinzioni religiose e le leggi altrui." >>

"Roma: 
sapeva sfidare la morte, 
ma anche esaltare la vita 
attraverso i buoni costumi 
e le buone leggi"
A.W. SCHLEGEL
(1764-1845)


Presso il Gruppo di Studio AVSER sono disponibili ancora diverse copie del volume

venerdì 16 settembre 2011

Parole d'oro di Tesero, Fiemme e Foravia - Ferruccio Bravi e Tarcisio Gilmozzi




DIVAGAZIONI FRA LINGUA E TRADIZIONE
A CURA DI
FERRUCCIO BRAVI E TARCISIO GILMOZZI

    ILLUSTRAZIONI FUORI TESTO
DA DIPINTI DEL PITTORE FIEMMESE
BEPI ZANON

SOMMARIO

- INTRODUZIONE - 5
- ANDIAMO A NOZZE - 9
- QUATTRO RUOTE D'ALTRI TEMPI - 12 
- DUE TRE PAROLE IN FAMIGLIA - 14
- A TAVOLA NON S'INVECCHIA - 18
- GLI GNOCCHI DI GARIBALDI - 20
- ACQUA E VINO I - 22
- ACQUA E VINO II - 27
- IL BUCO NELLA CIAMBELLA - 33
- DICIAMO SI - 35
- <<CERCATI AL COLLO E TROVERAI LA SOGA>> - 37
- FUOR DI GALATEO - 39
- PAROLE IN LIBERTA' - 42
- PAROLE CHE PARLANO DA SOLE - 42
- PAROLE AL SETACCIO - 51
- UNA <<S>> CON TANTO DI CAPPELLO - 55
- NEL BLU DIPINTO DI BLU - 59
- LA ROSA ROSSA - 61
- PAROLE DI COLORE OSCURO - 64
- PAROLE BIFIDE - 67
- QUA SOPRA SOTTO IN NESSUN LUOGO - 70
- LA FAMIGLIA DEL CUCCO... - 73
- ...E DELLA BACCA - 75
- E' PRIMAVERA - 77
- NEL SEGNO DI SATURNO - 80
- <<ROBE DA MATI>> - 83
- CASTIGO DI DIO, CASTIGO DELL'UOMO - 87
- CON LA BUONA VOLONTA' - 90
- LATINO E BELLO - 93
- SOLDI, SOLDI, SOLDI - 97
- I RACCONTI DELLE VEGLIE (filò) - 100
- MEGERE E NINFE DALLE MOLTE VITE - 105
- I FRANTUMI DEL MITO - 110
- IL CIELO TI ASCOLTA - 116

- INDICE LESSICALE - 121

- GLOSSARIETTO DEI TERMINI LINGUISTICI - 131
- OPERE CONSULTATE - 134
- REPERTORIO ANALITICO - 143



BREVI ESTRATTI DALL'INTRODUZIONE

"Queste pagine raccolgono una selezione (corredata di note) della rubrica <<Parole de or>> che per molte domeniche ha intrattenuto gli ascoltatori di Radio Fiemme 104. Perché Parole d'oro? Presto detto: nella nostra valle sopravvivono voci che conservano l'antico suono e la carica espressiva originaria. Alcune, ricche di significato e robuste nell'articolazione, hanno colore e musicalità da competere con le consorelle toscane; altre, come certe bacche mature, hanno un contenuto denso e succoso da valere un discorso. Gli autori hanno scelto più di duecento di queste parole, in buona parte desuete o poco note, ne hanno spiegato il significato e le origini, le hanno inserite in un quadro d'ambiente con occasionale richiamo alla saggezza e alla serena quiete del buon tempo antico. L'oro delle parole, infatti, non sta nel vocabolo in sé, ma essenzialmente in ciò che esso contiene, vale a dire nel portato ideale e affettivo che vi è racchiuso."

"L'amore per la cultura locale è degno di lode e va incoraggiato, ma non deve rinchiudersi - come avviene spesso - nel guscio del proprio particolare, tagliando i fili che collegano la propria cultura ad altre di maggior respiro  di cui essa è derivazione o parte integrante."

"L'opportuno raffronto di parole nostre con quelle altrui mira a valorizzare ogni elemento che possa ricondurre la parola a più vasta unità linguistica: è noto che tale unità, per il fiamazzo, è quella dialettale veneta a monte della quale è la lingua di Roma." 

"Dove opportuno l'esposizione è stata ravvivata da notizie di costume e di storia regionale, da divagazioni a volte erudite, ma sempre utili ad arricchire la cultura di chi legge. Oggi per la verità si legge poco e la cultura è apprezzata pochissimo. E' un segno negativo dei tempi. Può darsi che fra i tanti diritti del cittadino ci sia anche il diritto di restare ignorante; ma è certo che fra i doveri dell'Uomo c'è il dovere di istruirsi e d'istruire. Ma questo è un altro discorso. Quel che preme è che queste pagine siano apprezzate e possano comunicare al lettore, o rinsaldare in lui, l'amore per certe vecchie parole che hanno dato voce alle nostre più sane tradizioni."  


Zanon è stato più volte elogiato come <<poeta della Natura>> e <<cantore dell'ambiente>>. Uno dei suoi più persuasivi 'messaggi ecologici' è affidato ad un dipinto pulito e più che mai alieno da ogni concessione modernistica. 
<<Camoci che va 'n amor>> (camosci in amore), in cui possiamo godere uno dei suoi incomparabili cieli foschi dai densi vapori con deboli squarci d'azzurro. In questo genere - giustamente definito <<sfida al tempo e alla mano dell'uomo che distrugge>> - l'artista obbedisce alla sua vocazione più che in altre espressioni artistiche, attingendo a quell'inesausto fonte che il Sagantini definiva <<limpida e fresca sorgente della Natura eternamente giovane, eternamente bella, eternamente vergine>>. 



Presso il Gruppo di Studio AVSER sono disponibili numerose copie del volume

venerdì 9 settembre 2011

Irredenti in Tirolo - Corrado Pasquali

"Se l'Italia non può ricordarsi di noi Irredenti, sia!
Se l'operare per la nostra redenzione
dovesse recare rovina,
noi subiremo ancora il servaggio.
Sia tutto questo!
Dimenticateci, se volete,
ma non dite che noi non vogliamo 
staccarci dall'Austria.
E' un'offesa!
E' una bestemmia!"

Cesare Battisti




MISCELLANEA DI FATTI, PROCESSI, AZIONI BELLICHE, DIARI, SPIONAGGIO, FUGHE CONNESSI ALLA GUERRA 1914-1918 NELLA REGIONE TRIDENTINA 


 
 Presentazione di Achille Ragazzoni

Corrado Pasquali, che al suo attivo ha già pregevoli pubblicazioni sulla Grande Guerra relative alla nostra regione, lancia con questo saggio un guanto di sfida non a chi la storia la vuole riscrivere, giacché essa va riscritta in continuazione sulla base dei nuovi documenti che si ritrovano, ma a chi la storia la vuole falsare, cosa ben diversa dal riscriverla onestamente.


 
Mario Garbari detto 'Garbarino'
"Gli Irredenti che fuggirono per non rispondere alla chiamata dell'i.r. Governo appartenevano ad ogni ceto sociale, rappresentativi di ogni categoria e, significativa, fu quella degli studenti che con il loro entusiasmo ed i fermenti che ne animavano le precoci passioni, portarono una ventata di gioventù, scuotendo i sentimenti di chi ancora titubava, pur cosciente dell'ora solenne nella quale la Madre Patria chiamava i suoi figli.
A questo richiamo risposero ben 26 alunni dell'i.r. Ginnasio Superiore di Trento e di questi 8 caddero combattendo.
Erano tutti giovani al di sotto dei vent'anni e fra questi è degno di un ricordo particolare il diciassettenne Mario G
arbari, arruolatosi il 29 maggio 1915 nel battaglione degli alpini Pavione dopo una fuga avventurosa per raggiungere i fratelli già esuli in Italia, e dove, come sottotenente comandante una sezione mitragliatrici, prese parte alla conquista del Monte Cauriol in Val di Fiemme.
Mario Garbari, chiamato dai suoi condiscepoli il "Garbarino" per la esile figura, era, al contrario, un carttere forte e determinato che nel corso della guerra ebbe a scrivere al figlio di Cesare Battisti la sua "ebrezza di poter dare tutto il sangue mio per la grande patria".
Già condananto a morte dai tribunali austro-ungarici, dichiarò più volte che mai sarebbe caduto vivo nelle mani del nemico; coerente a questo quando sul Monte Grappa, circondato, stava per esser fatto prigioniero, ordinò al suo attendente di ucciderlo. Al suo netto rifiuto, per non subire l'onta del capestro, si rivolse contro l'arma."

estratto da pag. 51


SOMMARIO

Presentazione - 7
Prefazione - 9
I prodromi della guerra - 15
L'irredentismo in Alto Adige - 21
Incursione in Alto Adige - 27
Le vittime del 12 luglio 1916 - 31
Soldati senza stellette nella guerra segreta contro l'Austria - 35
Italiani siam, non tirolesi - 39
Il Garbarino - 51
Il vescovo di Trento Monsignor Celestino Endrici - 55
Il processo contro Adalgisa e Cornelia Dal Rì - 61
Il triste soffrire di una internata - 67
Irredenti paralleli - 73
Il sogno di Carzano - 75
Operazioni nautiche sul fronte alpino - 79
L'ultimo atto d'accusa contro Irredenti - 87
Diario di guerra dell'Irredento Emilio Andreatta - 97
Diario del viaggio Pechino-Torino - 103
Gianni Caproni - "Senza cozzar dirocco" - 115
Bibliografia - 123  



Presso il Gruppo di Studio AVSER sono ancora disponibili diverse copie di questo pregevole e ben illustrato volume. 

sabato 3 settembre 2011

Cosa c'è sotto i nomi



VAGABONDAGGI NELLA RICERCA LINGUISTICA

TRA LINGUISTICA E SCIENZE ESATTE c'è un abisso. Nessun glottologo può vantare una scoperta strepitosa o una certezza raggiunta. Al massimo avrà conseguito modesti progressi sproporzionati all'impegno. E la palma del martirio. A scanso di figuracce, un linguista di rispetto dovrà lavorare, sì, molto di testa, ma anche di gambe; prima recarsi sul posto, guardarsi attorno fissare le immagini, far parlare le pietre, la gente e, se lo trova, il sapiente del paese, poi sfogliare i libri per sapere quanto già si sa, compulsare i vecchi documenti per scoprire quanto non si sa, mettere a frutto l'esperienza scientifica che non è mai, mai adeguata. Infine uscire allo scoperto, proclamare i risultati e attendere a piè fermo le rimostranze di chi la pensa in altro modo o piange sull'idolo infranto..



NUGELLA, NELLA LINGUA DI ROMA, significa meno che nuga, vale a dire: inezia, coserella da nulla. Sotto questo nome intenzionalmente dimesso, il Centro pubblica brevi studi che si possono definire <<minori>>, non perché futili o di scarso valore scientifico, ma per essere condensati in agili opuscoli invece che sviluppati in massicci volumi. L'argomento è esaurito con disinvolta spigliatezza in un limitato numero di pagine proposte ad una estesa categoria di lettori nel modo più accessibile, affinche la <<Nugella>> abbia la massima apertura e un carattere <<divulgativo>> nel senso buono del termine.

SOMMARIO

5 - Presentazione di ALBERTO SIGISMONDI

11 - La bestia
25 - Gli appellativi
46 - I toponimi
80 - Il sostrato Velianico

85 - Bibliografia
103 - Repertori 

Segnaliamo che diverse copie del volume sono ancora disponibili presso il Gruppo di Studio AVSER